venerdì 29 dicembre 2017

Fantascienza ma anche no


 
Vorrei fare un’analisi della fantascienza così come la intendiamo oggi, del significato della parola stessa e di come questa sia entrata nell’immaginario di tutti come qualcosa di vero.
Sto delirando vero? In effetti sembrerebbe, ma fermiamoci un attimo a riflettere: quante volte ci hanno dato fastidio gli stop di Piero Angela nel suo Quark teso a divulgare informazioni più scientifiche possibili per mantenere gli spettatori con i piedi per terra? E quante volte, invece, ci siamo lasciati incantare dalle astute interpretazioni della scienza di Roberto Giacobbo nel suo Voyager?
Se gli scienziati dicono che su Marte, in tempi remoti potrebbero esserci stati dei microorganismi, noi pensiamo subito ai marziani. E se c’erano dei microorganismi, vuoi che non ci fosse qualche mostro alto dieci piani e magari tanti omini verdi che non arrivavano a un metro?
Ecco la parola fantascienza che torna prepotente e diventa protagonista. La scienza è noiosa perché si attiene ai fatti accertati, alle prove scientifiche; ci conferma che è impossibile superare la velocità della luce e comunque con la nostra tecnologia chissà tra quanti anni saremo in grado di raggiungerla. La fantascienza invece è fantasia! Ci trasporta in un universo che non esiste, se non nella nostra testa, ma dove tutto è possibile. Un universo dove gli Xwing cabrano nello spazio come faceva il Supermarine Spitfire nonostante nel vuoto assoluto non si possa volare così, oppure dove i TIE imperiali ululano come facevano gli Junkers Ju 87 Stuka e questo infischiandosi del fatto che nel vuoto il suono non si propaghi.
C’è un filone prima narrativo e poi cinematografico che secondo me è stata la fantascienza del passato: il mitologico, che negli ultimi cento anni si è evoluto in fantasy. Gli antichi cercavano di spiegare l’ignoto con la fantasia e pensarono figure ibride umane e animali. Da qui i miti dei satiri e dei centauri e così via. I nordici immaginarono creature che erano la parodia degli uomini, come i troll e i goblin, oppure perfette e soprannaturali come gli elfi. Tutto questo si è consolidato nel tempo e si fa fatica a distinguere il mito dalla giunta romanziera e qui viene subito in mente la leggenda del Graal.
Ecco, noi abbiamo bisogno di spaziare con la fantasia e se ai tempi della spada il ritrovamento delle ossa di dinosauro alimentò le credenze sui draghi, oggi che il punto più lontano che l’uomo è riuscito a calpestare è il suolo lunare, la credenza e la speranza è che intorno ad Alpha Centauri orbiti un pianeta pieno di alieni che verranno presto a farci visita. Fantastichiamo saltando a piè pari la prudenza degli scienziati!
Questa è fantascienza, ma nell’attesa che la scienza ci dia risposte (potremmo essere morti da un pezzo quando arriveranno), ci buttiamo a pesce nella narrativa e soprattutto al cinema, cullati dai miti moderni.

E le occasioni per buttarsi a pesce nella narrativa non mancano: una potrebbe essere acquistare e leggere le Scritture Aliene...

venerdì 22 dicembre 2017

Alien Gold


E se la felicità fosse eretta quale forma di governo?
Se l'impero dell'uomo bandisse una crociata contro Dio?
Una piccola comunità gioviana riuscirà a respingere un'invasione di spettri?
Chi è l'algido divoratore di anime post umane?
E se Dio risorgesse nel grembo di una giovane aliena?
Quattro poliziotti coraggiosi fermeranno un traffico di droga interplanetario?
Quella degli UFO sulla Fortezza Pia fu realmente una bufala?
Il domani ci sarà sottratto da un'ondata di fanatismo senza limiti?
E se il contatto con una nuova razza venisse marchiato dalla xenofobia?

Antologia di racconti di fantascienza - serie: Scritture Aliene

Editore: DIVERSA SINTONIA
Formato Kindle
Lunghezza 167 pagine

mercoledì 13 dicembre 2017

E se l'Impero Romano avesse scoperto e conquistato anche le Americhe?



L'ennesima conquista dell'Impero Romano è Amentus Magna. Una terra al di là del mare, abitata da barbari che combattono senza armatura, formidabili arcieri adorni di penne d'aquila, guidati dal Grande Spirito.

Il console Claudio Quinzio conduce la campagna militare con decisione, ma ignora che un altro nemico si è infiltrato nei territori interessati dal conflitto. E ignora che questo nemico è ideologicamente opposto a Cesare.



Quest’anno il mio Natale è più gioioso del solito, infatti esce oggi un racconto ucronico che mi sta particolarmente a cuore. E esce con l’editore giusto: Delos, specializzato in fantascienza. Inoltre, tra pochi giorni, mi dicono al massimo entro Befana, uscirà l’antologia Alien Gold con l’editore GDS, nella quale sono presente con un racconto breve.
Beh, poteva andar meglio? Direi di no. Ma poteva andar peggio, se per esempio un meteorite mi avesse colpito in pieno proprio ieri sera... avrei perso le due uscite! Che disgrazia.


 
A cura di Diego Bortolozzo

Copertina di Marco Alfaroli



Pagine (stimate): 52

Data di uscita: 12/12/2017

Editore: Delos Digital

Collana: Imperium n. 41

Formati: Epub, Kindle

Prezzo: Euro 1.99

giovedì 7 dicembre 2017

Indigeni


Gli indigeni del pianeta Skaro 6 apparvero da subito primitivi, gli umani ne approfittarono e colonizzarono vaste aree senza farsi troppi scrupoli. Eppure qualcosa era sfuggito alla spedizione dei Conquistadores delle stelle: gli indigeni erano alti come un grattacielo di dieci piani. Come si fa a trascurare un simile dettaglio? Semplicemente considerandoli giganti stupidi! Ma un gigante stupido non organizza tattiche di combattimento e non detta le condizioni di resa ai vinti, dopo aver calpestato le astronavi, i carri armati e gran parte della truppa di fanteria.
Oggi il pianeta Skaro è tornato a essere indipendente dall’Impero Terrestre e gli umani l’hanno cancellato dalle carte astrali. Il solo ricordo di quegli indigeni semina il terrore in tutto l’esercito.

martedì 28 novembre 2017

Sparatutto


Sparatutto in prima persona della Play Station 4? Arma Pesante degli Space Marine di Warhammer 40000? Colonial Marine di Aliens Scontro finale? Soldato che nel film Predator ringhia: “Non ho tempo di sanguinare?”
No, disegnino che riunisce tutti questi stereotipi, sfruttati nel Cinema, nel modellismo fantasy e nei videogiochi.
E con questo interrompo momentaneamente le attività per dedicarmi allo sparatutto più atteso: Call of Duty WWII. E già che ci sono gioco anche a Star Wars Battlefront 2... saranno lunghe e terribili battaglie.

venerdì 27 ottobre 2017

Perché Fantascienza?

Scrivere un racconto di fantascienza in Italia, nel 2017, è qualcosa di folle. Scrivere addirittura un romanzo dovrebbe allertare immediatamente gli infermieri, che naturalmente arriverebbero armati di camicia di forze.

Perché scrivo queste cose? Perché solo un pazzo perderebbe tempo a realizzare un’opera che cadrà nell’oblio. I lettori sono sempre più rari e quei pochi che ci sono leggono Urania, un marchio storico, per loro affidabile. Quindi ciò che scrive il pazzo resterà un cumulo di parole che se fossero organiche andrebbero di sicuro in putrefazione.

Eppure chi è convinto di essere sano è proprio il pazzo! Sto parlando di me stesso e della mia (ormai bisogna definirla così) mania per la scrittura.

Per la verità credo che la situazione attuale non sia del tutto colpa mia: negli anni cinquanta il western e la fantascienza ebbero un successo incredibile al Cinema. E la fantascienza scritta nei libri, visti i miseri effetti speciali che offriva Hollywood, aumentò in modo esponenziale il numero dei lettori. Forse in quegli anni avrei avuto molte possibilità in più. Infatti accanto a scrittori dalla statura gigantesca, c’era una folta schiera di scrittori minori, artigiani del settore, che producevano di continuo e che a volte centravano l’obiettivo con qualcosa di buono. Forse allora sarei potuto essere tra loro, o forse no.

Oggi è cambiato tutto, anzi... non da oggi, ma già da parecchi anni. Al Cinema la fantascienza è straripante, zeppa di effetti speciali iperrealistici, e la gente si sa, se di una cosa ne assume quantità smodate, poi ne ha la nausea. Figuriamoci se poi ne cerca ancora sui libri.

Non bisogna dimenticare, poi, l’enorme progresso dei videogiochi e la conseguente dose di fantascienza da consolle assorbita dal pubblico. Non è un caso se negli ultimi anni molti blockbuster hanno attinto dai videogiochi invece che dai libri.

Quindi? Siamo al punto di partenza: il pazzo non ragiona e continua a scrivere.

Beh, danni non dovrebbe farne. Forse qualche danno se lo farà per sé, qualche scintilla in più alle sinapsi, qualche cortocircuito qua e là. Ma tanto è pazzo e non può peggiorare.

Ecco, lo sapevo che andava a finire così... ho scritto un altro racconto... mi è scappato. Ma resterà mio, perché non lo leggerà nessuno.



Fino a qualche tempo fa qui sotto c’era una foto con la mia faccia e un bel discorso forse un tantino ingenuo. Ebbene, dopo aver sbattuto violentemente la testa sul lavandino cadendo dalla scala ho immaginato il Flusso Canalizzatore... No, niente di tutto questo. Però ho capito: se arrivi qui per sbaglio, di certo non ti interessa scoprire chi scrive e disegna opere sconosciute perse nell’oceano di Amazon. Per cui è del tutto inutile mettere una foto! Qualcosa del genere accade anche per gli autori importanti, in fondo conta quello che creano, non chi sono. Figuriamoci quanto possa valere per me, che sanno che esisto solo quelli dell’anagrafe.

A questo punto, se una faccia sopra ai contatti ci deve essere, metto questa, beffarda abbastanza da prendersi gioco di questo vecchio pazzo mondo. Che so per certo un giorno mi tradirà.


lunedì 23 ottobre 2017

Piccoli, ma pericolosi



Il Rospiranha è un terribile predatore che caccia in branco. Le sue dimensioni ridotte non devono indurci a sottovalutarlo, infatti bastano appena dieci esemplari per scarnificare in pochi minuti un uomo. Predilige le montagne di rame, ma sembra che alcune colonie siano stanziate perfino lungo le rive dei laghi d’olio.
Il dottor Hans Zarkov lo ha catalogato tra le creature più infestanti del pianeta Mongo. Flash Gordon è appena partito per una missione di monitoraggio che forse porterà soluzioni al grave problema che si è creato.

mercoledì 4 ottobre 2017

Il Guardiano dei Mondi


Triguzmadsontainer è un essere piccolissimo. Secondo l’imprecisa unità di misura terrestre è alto tre centimetri, che poi corrispondono ai nostri quattromila glytridi.

Triguzmadsontainer ha un compito importante: deve vegliare su tutti i mondi della Galassia e rimediare ai pasticci che le creature intelligenti tendono a combinare. E, per far questo, è costretto spesso a mentire. Così presso i terrestri si è presentato come Zeus, Odino, Dio, Allah, Manitou...

Su Aldebaran è riuscito a convincere i Tetrambiani che è il vero e unico custode della Logica, su Deneb ha incantato i Roccioidi con la frottola del mondo vivo... e quel mondo naturalmente sarebbe lui.

Eppure, nonostante questi stratagemmi finalizzati a incanalare le menti deboli in un’unica via, per arginare disastri, atrocità e massacri, Triguzmadsontainer non è affatto contento di quello che fa. Anche perché le creature che ha soggiogato, spesso perpetuano atrocità e massacri in suo nome... annullando gli obiettivi che si era prefissato. Oggi tentenna, teme che il Caos sia il vero padrone dell’Universo. Teme che, da essere imperfetto che si è proposto come divino agli altri, abbia alla fine peggiorato la condizione di tutti.
Ma è il dubbio di un momento... perché ciò che gli da forza per andare avanti è una profonda convinzione: egli sa per certo che da qualche parte nell’Universo esiste un Essere Superiore che lo vede e lo guida in ogni sua azione!

domenica 24 settembre 2017

X-Bugs: i popoli che non hanno mai combattuto


Eravamo alla fine degli anni ’90 quando Marco Maggi e FrancescoNepitello idearono il loro X-Bugs, il gioco delle pulci rivisto e aggiornato. E io fui chiamato da Roberto di Meglio a realizzare i disegni per le pedine dei primi quattro popoli in lotta: gli Usartropodi, eroici grilli amerikani. I Sovietopteri, laboriosi scarafaggi sovietici. I Flyborg, vespe arrivate sulla Terra a bordo dei dischi volanti dei famosi Grigi di Roswell. E infine i Chitiniani, una sorta di ragni divoratori famelici, forse lontani parenti del Diavolo della Tasmania dei Looney Tunes.

Mi divertii tantissimo a disegnare, anche perché riuscii a dare al gioco una forte vena di umorismo, e ben presto ebbi la soddisfazione di realizzare i due popoli successivi: i Samuracnidi, libellule giapponesi devote al Bushido e i Byfidi, bizzarre larve incrociate con i funghi e con i vegetali.



Le idee dei creatori del gioco sembravano inesauribili, infatti quando fui incaricato di disegnare gli ultimi due popoli rimasi particolarmente colpito dai Mekkanofagi, gli insetti del dottor Frankenstein, rattoppati con parti metalliche in perfetto stile steampunk. E dai Lucialieni, lucciole piovute dallo spazio su un meteorite che traboccavano di energia cosmica. Anche se nel gioco di alieni c’erano già i Flyborg, queste erano tutta un’altra cosa, ve l’assicuro!



Purtroppo, per chissà quali esigenze commerciali, X-Bugs fu ritirato dal mercato e gli ultimi due popoli morirono nel cassetto dell’editore. Il gioco cambiò nome e divenne addirittura un gioco di carte, ma finché è durato, è stato un gioco internazionale: in America uscì un’edizione ridotta a due soli popoli, gli Usartropodi (ovviamente) contro i Flyborg. In Francia un ottimo artista ha ridisegnato i miei insetti realizzando copertine suggestive.




Oggi, tutto è cambiato, i giochi da tavolo che resistono per la massa sono solo i classici. Per il resto sono relegati a nicchia. Basta pensare all’edizione scorsa di Lucca Games: ricordo di aver girato in mezzo a stand extralusso affollatissimi pieni di videogiochi e consolle. Ricordo di aver trovato a fatica stand con le miniature di piombo, e la sezione con i giochi di ruolo e da tavolo era disertata perché i ragazzini preferivano di gran lunga quella dei giochi di carte collezionabili.

Il mondo va avanti e noi restiamo indietro... beh, forse voi no, ma io di sicuro sì. 


 

martedì 19 settembre 2017

Alien: Covenant


Questo articolo contiene spoiler, ma visto che il passaggio al cinema c’è stato e l’uscita in blu-ray pure, quello che scrivo rovinerà solo la sorpresa agli spettatori di Sky, noti per lo zapping facile. E considerando che avrò al massimo i soliti tre o quattro lettori, credo proprio di non recare grossi danni all’opera.
Il mio è piuttosto lo sfogo di un vecchio fan della Saga, che si è sentito tradito da Ridley Scott, uno dei più grandi registi di Hollywood. Colui che ha firmato film come ‟Il Gladiatore”, ‟Blade Runner” e molti altri capolavori. Perché la strada che ha intrapreso con ‟Prometheus”, secondo me, ha rovinato l’atmosfera che avevamo respirato nei primi due capitoli della Saga originale: ‟Alien” e ‟Aliens”. A proposito, in Italia il secondo capitolo fu intitolato ‟Aliens: scontro finale” proprio perché Ripley, uccidendo la Regina, metteva fine alla diabolica progenie aliena.
In quella che è stata annunciata come la nuova trilogia, stavo dicendo, c’è tutta la mia delusione! Era davvero tanto brutta l’idea di James Cameron di immaginare gli xenomorfi come insetti, con una Regina e magari con un alveare?
La nave aliena che invia la richiesta di soccorso alla Nostromo nel primo, mitico, Alien... è zeppa di uova. Chi le ha deposte, David?
‟Prometheus” e ‟Alien: Covenant” smontano tutte le certezze che ci eravamo presi dai film nel corso degli anni. Il mostruoso extraterrestre col torace sfondato dall’interno, seduto in una postazione che sembrava un telescopio, ci suggeriva che la sua astronave fosse stata infettata da Alien, che aveva annientato l’equipaggio e, dopo il naufragio, aveva deposto migliaia di uova in attesa della prossima schiera di vittime.
Invece in Prometheus ci raccontano che quell’extraterrestre non era così mostruoso, anzi, mostruosa era solo la sua tuta spaziale, che nascondeva un gigante umanoide fin troppo umano. E che faceva questo tizio? Costruiva armi di distruzione di massa, come farebbe un qualsiasi umano tra quelli più cattivi, che non sono affatto rari. Quindi scopriamo infezioni che attaccano gli astronauti in modo differente da come avrebbe fatto Alien. Il contagiato che torna e si trasforma mentre cerca di rientrare nella navetta ricorda molto il film ‟La Cosa”, infatti lo bruciano col lanciafiamme.
Alien: Covenant è un successo al botteghino, è un capolavoro per gli effetti speciali. E io sono un vecchio dinosauro ancora aggrappato agli anni ’80, ma le domande mi attanagliano le budella sono queste: se sei il capitano dell’astronave Covenant e scopri la tua amica decapitata con la testa che galleggia nella vasca e il sintetico che dialoga tranquillo col surrogato di Alien che fai? Li uccidi entrambi o segui il sintetico nella sua cantina zeppa di uova? E se decolli dal pianeta col veicolo di soccorso e ti accorgi di avere uno xenomorfo sullo scafo che fai? Atterri e provi a eliminarlo, o svolazzi urtando le gigantesche statue dei nativi con l’amica appesa al cavo che spara prendendo la mira come può?
Le incoerenze sono troppe per reggere il confronto con l’originale del 1979, o col sequel di Cameron del 1986. Il risultato è un disastro.

lunedì 28 agosto 2017

Star Lord


Ho visto il secondo capitolo dei Guardiani della Galassia e mi è sembrato di tornare bambino. Nel film c’è la stessa leggerezza spensierata che trovai in Guerre Stellari, tutto scorre come al Luna Park, tutto è pensato per sbalordire. E accidenti a chi vuole la fantascienza adulta, talmente verosimile da diventare quasi scienza. Talmente scientifica che ammazza la fantasia.
Eppure c’è un particolare che mi era sfuggito durante la visione del primo capitolo della Saga, si tratta di Star Lord! Sarò anche l’ultimo tra gli ultimi ad averlo notato, ma quel pistolero cosmico tendente al cowboy è lo stesso Star Lord che avevo letto in un vecchio fumetto degli anni ’70. Non l’ho riconosciuto subito perché allora era molto diverso, aveva un costume a metà strada tra Capitan America e Kyashan. Oggi, invece, ha un look moderno e tecnologico, però mantiene qualcosa di fondamentale degli anni ’70: il Walkman con le musicassette.
La Marvel ha proposto spesso personaggi interessanti che differiscono dai soliti supereroi. Ricordo Conan il Barbaro, ispirato ai libri di Robert E. Howard, o Kamandi, che scopiazzava “Il Pianeta delle Scimmie”. Ebbene, nel 1976, sul Marvel Preview n°4, la casa delle idee propose Star Lord. E io rimasi particolarmente colpito dalla sua storia: quando venne al mondo sua madre fu uccisa da un alieno e suo padre, in preda alla pazzia, tentò di ucciderlo. Crebbe con la rabbia in corpo e quando divenne astronauta trovò la sua vera natura nello spazio, trasformandosi in Signore delle Stelle.
Forse un personaggio del genere aveva le carte in regola per avere un film tutto per sé. Forse sarebbe stato un successo al cinema anche negli anni ’80. E forse proprio con la sua vicenda originale... Forse. 




venerdì 11 agosto 2017

MicroNASF 5 - estate 2017



Anche la nostra ultima fatica ha visto la luce. 100 microracconti pensati da chi mastica fantascienza tutti i giorni, perfino d'estate. Pensati da chi, quando fa le immersioni e fotografa una cernia sul fondo, si domanda come sarà una creatura che sguazza nell'oceano di un pianeta lontanissimo, magari su Altair o Betelgeuse. Oppure da chi, quando cammina tra i boschi montani, cerca di immaginare la foresta di una Luna che orbita attorno a un Gigante gassoso. E magari la immagina differente dalla luna di Endor, troppo terrestre per i suoi gusti.
Il mio contributo all’antologia è la copertina e qualche racconto, ma è l’impegno di tutti che conta. L’antologia è distribuita gratuitamente e la nostra speranza è che risulti divertente a chi deciderà di leggerla. Metto qui sotto il link NASF e auguro a tutti Buona Lettura.

venerdì 7 luglio 2017

Scritture Aliene



Finalmente la nostra antologia è arrivata su Amazon. La casa editrice GDS ha pubblicato a tempo di record e noi, che ce l’avevamo messa tutta per realizzare un buon prodotto, siamo molto soddisfatti.
Il mio racconto tratta la vicenda di alcune piantine non proprio graziose e degli sforzi che compie l’Uomo per estirparle.

L’Antologia è disponile dal 6 luglio su Amazon e presto su tutti gli altri Store online.

Su PenneMatte.it è possibile scaricarne un’anteprima.



Scritture Alien - Alien Gold

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Scritture Aliene - Albo 8

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Scritture Aliene - Albo 7

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venerdì 30 giugno 2017

Qualcosa ti aspetta nel Buio


Ecco l'ultimo cartaceo degli Alfaroli Bros: Quando viene il Buio, di Riccardo Alfaroli. Disponibile  su lulu e presto anche su Amazon e sugli altri Store che vendono i cartacei.
Approfitto per ricordare che Il Vento della Follia, di Luca Alfaroli è acquistabile qui insieme ai miei libri.

martedì 20 giugno 2017

venerdì 9 giugno 2017

La scuola è finita.

Finalmente siamo arrivati all'ultimo giorno di scuola. I bambini sono felici e i genitori di più! Io compreso...
Da domani si inizia col mare, con i tuffi e le immersioni. Viva l'estate!

 

lunedì 5 giugno 2017

Quando viene il Buio


Questo non è un libro fantasy, e neppure un libro di fantascienza. Non ci sono astronavi né folletti. Questo libro parla di un campo, degli alberi da frutto che crescendo lo arricchiscono e delle persone che lo frequentano abitualmente.
Eppure, in tutta questa normalità, si scatena la fantasia e succedono cose incredibili. Forse la spiegazione sta proprio nell’ubicazione del campo. Forse, ma vi assicuro che è difficilissimo stabilirlo, il campo è situato in quella regione indefinita... che si trova ai confini della realtà.


giovedì 1 giugno 2017

Hanno fatto una chiacchierata con me

Tra le tue opere pubblicate sul nostro sito ce ne sono molte ambientate nello spazio e che trattano in particolare di alieni e creature extraterrestri e mostruose, tuttavia non disdegni altri generi come il fantasy e l’horror. Quali sono le tue fonti d’ispirazione e in che contesto ti trovi maggiormente a tuo agio nell’inventare le tue storie?

Sono rimasto affascinato fin da bambino dal fantastico in generale e soprattutto dalla fantascienza. Naturalmente ogni età ha i suoi modelli d’ispirazione e io sono partito con i cartoni animati, i fumetti e i film, e solo in seguito con i libri.
Orrore! Potrebbe pensare qualcuno… scrive, ma non ha divorato libri fin dalla più tenera età? Beh, credo che ognuno sia figlio del suo tempo e nel mio caso siano stati proprio il cinema e la TV a inocularmi il virus dell’amore per la Sci-Fi. Comunque è solo dopo aver letto gli Urania che mio padre comprava in edicola e conservava gelosamente sulla libreria che ho iniziato a fantasticare in modo creativo.
Oggi, tutto è cambiato e il nuovo veicolo di trasmissione del fantastico sono i videogiochi. Molti film sono tratti da un videogioco piuttosto che da un romanzo come accadeva in passato. A me dispiace, ma ho sott’occhio mio figlio, noto i suoi interessi e spesso mi rendo conto di essere un dinosauro.
Sono convinto che per inventare una buona storia ti devi divertire a scriverla...

mercoledì 17 maggio 2017

Doctor Monster


Uno scienziato pericoloso, rettiloso e anche un pò volatile... chissà che avrà in mente. Meglio mettersi al riparo, finché si è in tempo!

domenica 30 aprile 2017

Chi vive su Ecate?


L’unico pianeta in orbita intorno ad Altair era un gigante gassoso e aveva due lune. Dalla Terra partì una spedizione ambiziosa: bisognava costruire una base sulla luna più grande, che chiamarono Estia. Qui sarebbero state estratte le risorse per costruire nello spazio una porta stellare che avrebbe dato il via alla colonizzazione del sistema.

Mentre la nave madre rimaneva in orbita, i terrestri allunarono e iniziarono subito ad allestire la Base Omega. Impiegarono due anni per renderla operativa. Subito dopo, al ritmo di tre al giorno, le navette iniziarono la spola tra la base e il cantiere spaziale.

L’altra luna, scartata dal progetto, fu chiamata Ecate. In un primo momento non fu neppure esplorata.

Poi però successe qualcosa. L’aspetto di Ecate cambiò e da inutile sasso senza atmosfera divenne una sfera azzurra coperta da nubi bianche. Osservandola da Base Omega fu possibile distinguere su di essa addirittura alcune zone verdi, come se nel giro di poco tempo fosse nata della vegetazione. Tutti pensarono che il colore azzurro fosse quello del mare.

Dalla nave madre partirono alcune navette per esplorarla. Raggiunsero l’orbita esterna. Tutti i parametri indicavano un’atmosfera di tipo terrestre e le analisi confermarono l’assenza di pericolo. Le astronavi avanzarono verso la superficie.

All’improvviso Ecate cambiò ancora. Divenne fitta di dense nubi rosse e ingoiò le navette. Ogni tipo di contatto fu interrotto: le comunicazioni radio, i monitor degli strumenti, i congegni che assicuravano le condizioni vitali dei piloti.

Tutto questo durò sei ore.

Poi la situazione cambiò di nuovo. Ecate assunse una colorazione che sfumava dal viola all’indaco e le navette riapparvero sui sensori.

Dalla vetrata di Base Omega il comandante Barrow osservava le navette sulla rotta di rientro verso la nave madre.

«Abbiamo notizie più precise?» chiese all’operatore radio.

«Il capitano Hayashi ha allertato la squadra medica, ma i piloti hanno già detto di non aver nessun tipo di problema. Sono stati raccolti molti campioni. Su Ecate c’è acqua e anche aria respirabile. Dice che attiverà la quarantena se gli equipaggi risulteranno contaminati da un agente esterno, ma al momento la procedura scanner è ancora in corso. I continui cambiamenti dell’aspetto di Ecate restano un mistero e spera di risolverli esaminando i campioni».

sabato 29 aprile 2017

Salvate il Senato


Ernst Dukas alzò gli occhi e guardò il pannello digitale, posto in alto sulla parete, che riportava informazioni in continuo aggiornamento.

Seduta n° 375. Senato di Estralia.
11 Giugno 2196. Ore 10:47.

Controllò il display sul suo bracciale.
Segnava le 10:45. Ebbe una smorfia di disappunto. Il programma doveva essere difettoso, se perdeva il contatto col satellite.
Devo resettare il sistema, pensò. Anzi, forse è meglio che ne richieda la sostituzione.
La sua squadra doveva essere efficiente e sincronizzata. E soprattutto, lui che la comandava, doveva essere il migliore di tutti. Ormai per quel giorno, avrebbe lavorato con un errore di due minuti, ma a fine turno era indispensabile correggere la situazione.
Aggiustò l’auricolare e parlò.
«Capo sicurezza a squadra: prova radio».
«Ottima la prova radio, per Sicurezza 2».
«Roger, Sicurezza 5».
«Bene anche per Sicurezza 9».
Risposero tutti i sedici agenti sparsi nell’edificio. Non aveva dubbi che fossero tutti al proprio posto, erano uomini di cui si fidava ciecamente.
Lui era a capo della sicurezza del Senato. In appoggio aveva un intero distaccamento di polizia e un presidio militare. Tutti insieme assicuravano protezione ai senatori della Repubblica, intenti a legiferare per il bene del Paese.

In quel momento se ne stava impassibile a metà del corridoio, con le spalle quasi a ridosso della parete. Il corridoio era la sua zona e non l’avrebbe abbandonata, salvo che non ci fosse un imprevisto.
Contatto radio e occhio d’aquila! Questo era il suo motto... e aveva sempre funzionato.
Mosse leggermente la testa, scrutando con attenzione il senatore Robida che, accompagnato dal suo staff, attraversava il corridoio, seguito da uno stuolo di giornalisti e fotografi.
Li fissò uno per uno. Avevano tutti un pass ed erano lì perché autorizzati, ma era bene tenere gli occhi aperti. Quante volte era successo che qualcuno si fosse infiltrato con documenti falsi? Accadeva spesso e in quei casi i documenti erano stati sempre falsificati maledettamente bene.
Lui non era certo il tipo che si faceva sorprendere. Aspettava la prossima mossa dei terroristi per minacciare gli eletti dal popolo.
I terroristi: gli Alethei. Ultimamente ne avevano presi parecchi e presto sarebbero iniziati i processi. Gli Alethei, a dire il vero, non avevano ancora ucciso nessuno. Non era chiaro neppure quello che volessero rivendicare, ma i media e il governo avevano sempre parlato di loro come di estremisti e a Dukas non erano mai piaciuti gli estremisti.
La parola Alethei, da quello che aveva studiato a scuola, rimandava al greco e significava rivelazione, verità. Roba di sicuro da fanatici religiosi.
A essere del tutto sinceri neppure i politici piacevano a Dukas: parlavano troppo e di solito non mantenevano quello che promettevano. Ma erano eletti dai cittadini e questo gli bastava. La democrazia era il miglior sistema possibile e a lui spettava il compito di difenderla.
All’improvviso, una spia sul bracciale prese a brillare. C’era un allarme. Guardò il display.


Sicurezza: individuato intruso nel complesso.
Identificato come professor Adam Krynicki, chimico e dissidente legato al movimento estremista degli Alethei.
È probabile che sia in atto un’azione terroristica.
Fermatelo a tutti i costi.


Il messaggio sparì e al suo posto comparve il volto di un uomo anziano, magro, pieno di rughe e con grandi occhi sognanti. Capelli bianchi lunghi e scompigliati gli scendevano fino al collo. Sulla fronte portava occhiali misti, di quelli da laboratorio, provvisti di visori.