lunedì 10 aprile 2017

Il Mondo dei Robot


Quando c’erano i robot era tutta un’altra cosa. Quante volte l’ho pensato!

Quello che ci stregò tutti, da bambini, fu lo stile manga. Nuovo per noi, come l’idea dei mostri giganti che assalivano le città e l’immancabile robottone buono che stava lì a difenderle.

Per la verità, già dagli anni ’60 la fantascienza nipponica riciclava lo stesso soggetto, con i vari Godzilla e Gamera, tuttavia con i cartoni animati colpirono nel segno. Ricordo che a scuola non parlavamo d’altro: Goldrake (Grendizer), Mazinga, Jeeg Robot e tutti gli altri, erano i nostri eroi. Ci facevano sognare. Molto più di Superman o di Batman o di qualunque altro supereroe in calzamaglia. Infatti Actarus, oltre a essere eroe in calzamaglia, pilotava un robot gigantesco, d’acciaio e invincibile... non c’erano paragoni! E noi facevamo tutti il tifo per lui.

Eppure, riflettendo meglio e soprattutto visionando oggi quei cartoni, ci si accorge che tecnicamente non erano poi un granché. Se alla Disney realizzavano ventiquattro fotogrammi per ottenere appena un secondo di animazione, i giapponesi, con tre o quattro disegni ci campavano per ventiquattro secondi. Certo, si trattava di produzioni televisive, che dovevano esser prodotte di corsa e a costi ridotti. Quindi, considerate da questo punto di vista erano sopra la media per qualità. Più dettagliate e ricche di movimenti rispetto ai cartoni televisivi americani. Basti pensare che l’Uomo Ragno aveva la tutina con la ragnatela ridotta al minimo, in modo da essere disegnato velocemente dagli animatori.




L’industria dei giocattoli dell’epoca non era organizzata per sfruttare il successo di quei cartoni animati, o forse i giocattoli ufficiali giapponesi non arrivarono mai qui da noi. Così non avemmo Goldrake in plastica tra le mani, per giocare e fantasticare nuove e infinite battaglie. Oggi è diverso, come escono una serie TV o un film al cinema, arrivano subito nei negozi i giocattoli ufficiali. A volte, addirittura arrivano prima che il film esca in sala. Ma allora tutto era più lento. La italianissima Atlantic, specializzata in soldatini, produsse con un certo ritardo le serie Goldrake e Capitan Harlock. La linea GiG, distributrice dei Micronauti della Mego Corporation, ci donò (si fa per dire) Baron Karza, Force Commander, Green Baron, King Atlas e Emperor. Robot identici a Jeeg Robot fatta eccezione per la testa e la colorazione. Si trattava di derivati dai giocattoli di Jeeg, ma con una strizzatina d’occhio a Star Wars. Force Commander ricordava parecchio gli Stormtrooper e sia Emperor che Baron Karza traboccavano di nero come Darth Fener.

Dal 2000 in poi sono stati prodotti i remake Mazinkaiser e Grendizer Giga, di qualità migliore rispetto agli originali, però elaborati e trasformati in qualcosa di leggermente diverso. Nuovo.

Io, da dinosauro convinto, resto affezionato al passato, a quel pomeriggio del lontano 1978, quando vidi la prima puntata di Goldrake su Rai 2, con Alcor (Koji Kabuto) che svolazzava col suo disco sulla fattoria di Mizar e veniva attaccato dai minidischi di Vega.

Il mondo è andato avanti, noi non siamo più bambini e i nostri figli sono cresciuti con Ben 10 e i Gormiti. Mio figlio, quando gli ho fatto vedere una puntata di UFO, osservando i piloti della SHADO che entravano nei condotti di lancio degli Intercettori mi ha detto: ‟Babbo, ma quelli dove vanno, nel cestino della spazzatura?”


2 commenti:

  1. i Robot non moriranno mai ,
    finchè ne canteremo le gesta .
    persino Diaclone è rinato .

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  2. E Goldrake resterà sempre il numero 1!... Diaclone e i dianauti, me n'ero quasi dimenticato. Che tempi quegli anni...

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